I fiori del mare, mosaici, 2012[font1]
Il nome di questa mia ultima serie di mosaici nasce da un gioco di parole col titolo del libro di poesie “i fiori del male” di Charles Baudelaire.
Sono dei grandi fiori in bassorilievo i cui petali sono gusci dei frutti di mare: cozze, vongole, noci, datteri, ostriche. Ma qui, al contrario di quello che avviene in natura, è il “frutto” che diventa “fiore”, e non viceversa.
Opere che nascono dalla mente e dal cuore, passando dalla mia bocca e dalla mio stomaco che, per trasformarli in opere d'arte, ne mangia prima i frutti.
Ho ribaltato così il mito romantico sugli artisti bohemien parigini di fine ‘800 / inizio ‘900, dei quali si diceva, in forma un po’ romanzata, che dipingessero per poter mangiare. Nel mio caso, infatti, avviene esattamente il contrario: io devo prima mangiare (i frutti di mare) per poter dopo realizzare le mie opere.
In questo ciclo di mosaici ho abbandonato le tradizionali tessere vitree del mosaico bizantino/ravennate, da me usate nella precedente serie di mosaici, per sperimentare l’uso di tessere naturali, come i gusci dei frutti di mare, che poi dipingo con la mia consueta gamma cromatica che va dall’azzurro all’argento, dall’oro al rosa-magenta.
M.C., giugno 2013